Il self check-in, servizio sempre più amato dai turisti e dalle strutture ricettive, ha subito una brusca fermata in Italia. Infatti, una recentissima circolare del Viminale, firmata dal capo della Polizia Vittorio Pisani, ha stabilito che l’uso di cassette per le chiavi, le cosiddette key box, non è più consentito. Questo ha creato un’ondata di sorpresa e discussione tra gli operatori del settore turistico e i viaggiatori che utilizzano questa pratica per rendere più agevole il loro arrivo. Scopriamo cosa significa questa nuova disposizione e come cambierà il panorama delle locazioni turistiche nel Bel Paese.
Con una lettera indirizzata a tutte le Prefetture italiane, il Viminale ha messo la parola fine a una pratica molto comune nel settore degli affitti brevi. Le key box, utilizzate negli ingressi di appartamenti e palazzi per facilitare il check-in degli ospiti, non soddisfano i requisiti richiesti dalle normative sulla pubblica sicurezza. Queste cassette, che permettono ai turisti di ritirare le chiavi senza il bisogno di un incontro diretto con il proprietario, non solo accelerano le procedure d’arrivo ma, come sottolinea la circolare, non garantiscono la sicurezza necessaria.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato chiaramente che l’epoca delle key box è giunta al termine, sottolineando che la misura è necessaria per affrontare l’emergenza legata all’afflusso turistico, soprattutto nelle grandi città d’arte come Firenze, Roma e Napoli. Queste metropoli, afflitte da un aumento esponenziale dei visitatori, vedono nell’eliminazione del self check-in un modo per contrastare i fenomeni di overtourism, ovvero il sovraffollamento turistico.
Le repercursioni per gli operatori del turismo
Ma cosa implicano davvero queste nuove regole per gli operatori? Innanzitutto, i gestori degli affitti brevi dovranno trovare nuove modalità di accoglienza per i loro clienti. Le transazioni che prima avvenivano in modo più veloce e autonomo dovranno ora prevedere un incontro diretto, creando potenzialmente disagi sia per i proprietari sia per gli ospiti. Inoltre, il nuovo approccio potrebbe portare a un aumento dei costi operativi: ci saranno più persone da gestire e maggiori risorse destinate all’accoglienza.
In un contesto di competizione come quello attuale, domanda e offerta possono quindi risentirne. L’assenza di self check-in non solo allungherà i tempi di consegna delle chiavi, ma potenzialmente potrebbe anche influenzare le preferenze dei turisti, i quali potrebbero optare per strutture ricettive che mantengono modalità di check-in più flessibili. La sfida quindi per i gestori sarà quella di reinventare il modello di accoglienza senza perdere la clientela.
Soddisfare norme di sicurezza e promuovere un turismo responsabile
Insomma, la circolare del Viminale, mentre interrompe una prassi molto in voga, sottolinea l’importanza di garantire un ambiente sicuro, un aspetto essenziale per il benessere sia dei turisti che degli operatori. Anche il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha messo in evidenza quanto questa decisione possa essere vista come una opportunità per migliorare la qualità dell’offerta turistica in Italia. Secondo lei, “è un passaggio essenziale per prevenire rischi e garantire un’esperienza turistica serena e positiva”.
Il Giubileo del 2025 si avvicina e il Paese intende essere pronto ad accogliere i pellegrini. La nuova circolare rappresenta quindi anche un’opportunità per dimostrare che l’Italia è capace di affrontare le sfide del turismo contemporaneo, facendo leva sulla sicurezza e sull’ospitalità. A questo punto, gli operatori del settore dovranno riorganizzarsi e costruire relazioni più solide con i visitatori, valorizzando il calore umano che contraddistingue l’accoglienza italiana.