Anche i creators dei social media possono oggi guardare al futuro previdenziale grazie a un’importante iniziativa dell’Inps. Con un settore in continua espansione, l’istituto previdenziale sta sviluppando un framework normativo che permetterà a influencer e talent manager di accedere a diritti previdenziali. Un passo significativo per la categoria, che fino ad oggi ha faticato a trovare tutele e riconoscimenti adeguati, finalmente in procinto di ricevere un’importante forma di stabilità.
È tempo di salire di livello. Gli influencer, ormai figure di grande rilevanza nella sfera economica, stanno per avere accesso a diritti previdenziali grazie alla nuova circolare dell’Inps, attesa per breve tempo. Questo documento chiarirà le modalità di versamento dei contributi per le nuove professioni digitali. Durante un evento fondamentale dal titolo “C come Economy. Risposte concrete a un mondo virtuale“, il vice direttore generale Antonio Pone ha illuminato sul percorso che si sta tracciando l’Istituto. L’incontro, organizzato con l’associazione italiana Content & Digital Creators, ha visto la partecipazione attiva di rappresentanti del settore, evidenziando la crescente necessità di un quadro normativo.
Ma non si tratta solo di un adempimento burocratico. Il documento avrà lo scopo di definire i criteri generali e gli obblighi contributivi per questa nuova schiera di lavoratori digitali. L’importanza dell’iniziativa è accentuata dalla creazione del codice Ateco dedicato a chi lavora nell’influencer marketing, segnalando che, nonostante la novità, ci sono già passi concreti verso la regolamentazione. “I creator digitali meritano tutele adeguate,” ha commentato Gabriele Fava, presidente dell’Inps, sottolineando l’impegno a garantire loro un orizzonte legislativo chiaro e sicuro.
Significativa è la dimensione economica del settore degli influencer in Italia. Secondo il rapporto I-Com 2024, dal titolo “La creator economy in Italia: dinamiche, impatti e sostenibilità nell’ecosistema digitale“, il giro d’affari di questo mondo si attesta nel 2024 su ben 4,06 miliardi di euro. Instagram, piattaforma leader del settore, rappresenta da sola 3,3 miliardi di euro, seguita da TikTok, con 446 milioni di euro, e YouTube, a concludere con 279 milioni di euro. Questi fantastici risultati rimarcano non solo la crescita del settore, ma anche il suo potenziale di impatto sull’economia italiana.
È interessante notare che i creatori di contenuti digitali guadagnano mediamente 84.028 euro all’anno, un dato che evidenzia il valore del loro lavoro. Ma non è solo una questione di profitto individuale; il settore sta creando posti di lavoro significativi, con circa 18.110 posizioni a tempo pieno direttamente generate. Se si considerano anche i posti di lavoro indiretti, il numero addirittura raggiunge le 51.382 unità.
Nel variopinto panorama degli influencer, esiste uno spartiacque chiaramente definito: la soglia dei diecimila followers. Questo numero rappresenta il confine tra dilettanti e professionisti. La fascia di influencer che conta tra 10 e 49mila followers è quella che produce la parte più consistente del fatturato, generando il 34% delle entrate totali, cioè circa 1,38 miliardi di euro.
Dall’altro lato della scala, ci sono i pochi fortunati che vantano più di un milione di seguaci, che pur essendo in minoranza, guadagnano il 23% dei ricavi, per un totale di 931 milioni di euro. Questa situazione evidenzia chiaramente come la dimensione e l’interazione con il pubblico possano influenzare in modo sostanziale le opportunità di guadagno nel settore.
Con queste dinamiche, diventa sempre più evidente l’esigenza di un inquadramento normativo e previdenziale che possa garantire ai creators una protezione adeguata. La strada è tracciata e la speranza è che tali iniziative possano favorire un ambiente lavorativo più sicuro e stabile per tutti i professionisti digitali.