La bagna cauda è una celebre specialità della cucina piemontese che racchiude in sé sapori intensi e tradizioni secolari. Questo piatto, perfetto per riunire amici e famigliari attorno a una tavola, è caratterizzato da ingredienti semplici e genuini come acciughe, aglio e olio d’oliva. Ma c’è di più: il suo aroma avvolgente e il modo di consumarla rendono la bagna cauda un’esperienza che va oltre il semplice pasto. Scopriamo insieme come prepararla e quali sono le origini di questa gustosa salsa calda.
La bagna cauda viene tipicamente servita con verdure fresche e di stagione sia crude che cotte. Questo rende il piatto un’autentica celebrazione dei sapori autunnali e invernali. La tradizione prevede che la salsa venga messa in un tegame di terracotta chiamato “dian“, posizionato su un fornello di coccio riempito di braci, il cosiddetto “s-cionfetta“. Questo accorgimento è fondamentale per mantenere la salsa calda e cremosa, pronta per essere intinta dalle verdure. Ideale come antipasto o piatto unico, la bagna cauda è molto più di un semplice contorno: è un momento di convivialità. Immaginatevi a tavola, al centro il dian che ribolle, tutti intenti a intingere le verdure in quel brodo aromatico dal gusto deciso che avvolge i palati.
Le verdure che accompagnano la salsa sono davvero varie e possono includere ingredienti come il cardo gobbo di Nizza Monferrato, cipollotti, cavolo e topinambur, ma anche patate e barbabietole lesse. Per chi ama il fritto, non mancano mai la zucca o le cipolle al forno, che aggiungono un ulteriore strato di sapore. Ogni boccone è un’esplosione di freschezza, con la bagna cauda che esalta il gusto naturale di ogni verdura.
Preparare la bagna cauda richiede pochi ingredienti, ma è cruciale che siano di ottima qualità. Ecco cosa serve: quattro teste di aglio, 400 ml di olio extravergine di oliva, 250 g di acciughe sotto sale e 100 ml di vino rosso. A questi si aggiungono le verdure di accompagnamento, come due patate medie, due cipolle dorate, un peperone rosso, uno giallo, due carote e una barbabietola precotta.
La qualità dell’olio e delle acciughe è essenziale per ottenere un risultato finale che faccia davvero la differenza. L’uso di un olio extravergine di oliva pregiato garantirà una salsa più fragrante e saporita, mentre le acciughe devono essere selezionate attentamente per evitare gusti troppo salati. È importante anche dedicare un po’ di tempo alla preparazione, poiché alcuni passaggi possono influenzare il risultato finale. Ad esempio, le acciughe devono essere dissalate correttamente e l’aglio deve essere cotto dolcemente per esaltare i suoi aromi, permettendo così di ottenere una crema che soddisfi i palati più esigenti.
Iniziare la preparazione della bagna cauda è piuttosto semplice. Prima di tutto, bisogna lavorare l’aglio. Staccare gli spicchi dalle teste, togliere la pellicina e affettarli sottilmente è il primo passo. Dopo averli trasferiti in un pentolino, è fondamentale seguire correttamente i passaggi successivi. Mentre si fa rosolare l’aglio con l’olio, prendete le acciughe e mettetele in ammollo in acqua fredda per circa due ore, cambiando spesso l’acqua, un trucco per rimediare al eccesso di sale. Dopo questo procedimento, le acciughe andranno sciacquate e asciugate, affinché possano sprigionare tutto il loro sapore senza risultare pesanti.
Una volta pronte le acciughe, mescolatele con il vino rosso e lasciatele insaporire. Questo passaggio darà un gusto ancor più particolare alla salsa. Nell’attesa, si possono preparare le verdure: lavatele, tagliatele e cuocetele in forno o lessatele a seconda delle preferenze. Questo mezzo secolo di storia dedicato alla bagna cauda è servito anche per perfezionare metodi e ingredienti, e ogni passaggio crea una sinfonia di aromi.
La storia della bagna cauda è affascinante e risale probabilmente al tardo Medioevo. Si narra che i contadini la preparassero per festeggiare la vendemmia e l’arrivo del vino nuovo, un’usanza che ha segnato per sempre le tradizioni culinarie del Piemonte. Tuttavia, solo nel 1875 la ricetta venne formalizzata da Roberto Sacchetti, un noto scrittore torinese, che la documentò nel suo libro. Questo piatto, che un tempo veniva considerato “povero” e poco raffinato, ha attraversato i secoli, diventando un simbolo della cultura piemontese.
Le rotte commerciali del sale, note fin dal tempo dei romani, hanno svolto un ruolo fondamentale nell’introduzione delle acciughe nel Piemonte. L’itinerario che collegava le saline francesi al Piemonte permise ai mercanti locali di rifornirsi di questo ingrediente, che è alla base della bagna cauda. Da semplice pietanza contadina, la bagna cauda ha visto una rivalutazione nel tempo, al punto da diventare un piatto celebrato, dedicandogli un evento annuale: il Bagna Cauda Day di Asti, che attira visitatori da tutta la regione.