Caos monopattini in sharing: centralini intasati dalle richieste dei clienti!

Dall’entrata in vigore del nuovo codice della strada, il panorama dei monopattini, specie quelli in sharing, è stato investito da una vera e propria tempesta. Gli utenti, disorientati dalle nuove regole, hanno saturato i centralini delle società che gestiscono il noleggio, cercando risposte e chiarimenti. In un clima di confusione generale, molti si chiedono come muoversi e cosa sia concesso: possono circolare senza casco? E i monopattini a noleggio sono in regola? Domande alle quali, fino ad ora, è difficile dare risposte certe.

Il primo giorno dell’implementazione del nuovo codice della strada ha fatto registrare un’onda di multe che sembra non fermarsi. Questo nuovo regolamento ha sollevato subito polemiche, coinvolgendo persino figure celebri come il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, e il noto cantante Vasco Rossi. Sono previste regole più severe per chi guida sotto l’effetto di alcol e droghe, per chi sorpassa i limiti di velocità e per chi abbandona animali lungo le strade. La vera novità, però riguarda le norme per il mondo dei monopattini: scatta l’obbligo di targa, casco e assicurazione, ma, ecco il punto, queste restrizioni non hanno ancora trovato applicazione, poiché bisognerà attendere dei regolamenti attuativi che tardano ad arrivare.

La situazione è difficile da gestire. Le società di noleggio si trovano di fronte a una marea di clienti indecisi, mentre le linee di assistenza sembrano essere sotto assalto. Al di là delle semplici domande che vengono poste, emerge una realtà preoccupante: si profilano conseguenze negative sul numero di noleggi in corso e sul piano della mobilità sostenibile. L’alleanza per la mobilità sostenibile avverte che potrebbero tornare in massa verso l’utilizzo delle auto private, con ripercussioni sconcertanti per le emissioni nocive che inquinano le nostre città.

Centralini in tilt: un’autostrada di chiamate

La situazione è così complessa che le aziende che gestiscono i monopattini in sharing hanno fatto sapere che non possono più reggere il carico di chiamate. I clienti, nei loro tentativi di ottenere risposte ai dubbi, si sentono frustrati e insoddisfatti. Per molti, il rischio di incorrere in sanzioni pesanti per una semplice infrazione è un pensiero costante. L’alleanza per la mobilità sostenibile mette in guardia: la situazione potrebbe avere effetti devastanti sul mercato dei monopattini elettrici e sull’intero ecosistema di mobilità.

E altre complicazioni si presentano nell’orizzonte: chi ha già investito in abbonamenti per utilizzare i monopattini o per servizi di trasporto pubblico potrebbe ora trovarsi di fronte a una realtà inaspettata, chiedendo giustamente rimborsi. Se i servizi non possono essere utilizzati a causa delle nuove leggi, le compagnie dovranno presto fare i conti con la richiesta di indennizzi da parte dei cittadini. Se non si trova una soluzione rapida, il quadro economico degli operatori e venditori di monopattini potrebbe crollare come un castello di carte.

Il casco, un obbligo per tutti: una scelta discutibile

Attualmente, l’unico obbligo che sembra avere effetto immediato è quello del casco. Ogni utente, che decida di utilizzare un monopattino in condivisione, dovrà dotarsi autonomamente del casco, senza alcuna disponibilità da parte dei fornitori. Assosharing ha già espresso il suo disappunto, definendo le normative “inapplicabili”. Si tratta di una misura che, secondo l’associazione, è senza precedenti in Europa. Ci si potrebbe chiedere se tutte queste restrizioni siano davvero necessarie e se esista un equilibrio tra le regole da seguire e gli effetti pratici che queste norme generano.

La realtà è che il casco per il monopattino rende complicato il suo utilizzo, considerata la struttura di questi mezzi. La mancanza di accesso a un casco al momento del noleggio potrebbe far scendere il numero di utilizzatori ai minimi storici. Anche il ministro Salvini ha tentato di giustificare questa scelta, citando esperienze di altri paesi: “A Parigi li hanno messi fuorilegge. Altre città hanno vietato il loro uso”. Tuttavia, tra i cittadini cresce il malumore e la frustrazione per queste nuove norme, che, per più motivi, appaiono eccessive.

Published by
Ludovica Rossi