La fondazione Casa Ilaria, situata in Toscana, si distingue per un’iniziativa unica che combina l’amore per l’agricoltura, il lavoro e l’inclusione sociale. Attraverso l’uso di un’Ape, mezzo iconico di Piaggio, i giovani affetti da autismo hanno l’opportunità di cimentarsi nella produzione e vendita di prodotti alimentari. L’obiettivo è supportare persone con disabilità, creando un ambiente di lavoro stimolante e accogliente in un contesto naturale.
L’Ape, ciclomotore agricolo con origini a Pontedera, non è solo un veicolo, ma rappresenta un legame tra tradizione e innovazione sociale. Don Maurizio, fondatore di Casa Ilaria, paragona l’Ape a un insetto operoso, evidenziando il parallelismo tra la laboriosità dell’insetto e quella dei giovani coinvolti nell’iniziativa. Questa analogia sottolinea l’approccio biologico e sostenibile adottato dalla fondazione, che gestisce 12 ettari di terreno.
La struttura, ospitata in una storica cascina leopoldina del 1024, è il frutto di un lungo processo di restauro che ha coinvolto diverse entità, comprese donazioni da privati e aziende come Banca d’Italia e Generali. Con un investimento di tre milioni di euro, Casa Ilaria rappresenta un’oasi di inclusione dove la produttività è affiancata da valori di solidarietà e accoglienza.
Presso Casa Ilaria, il lavoro non si limita alla produzione agricola, ma si estende a ogni aspetto della vita quotidiana della fondazione. I giovani, spesso inviati dai servizi sociali o psichiatrici, partecipano attivamente alle attività di raccolta e lavorazione dei prodotti. Don Maurizio sottolinea l’importanza della routine per i ragazzi, che trovano un’opportunità di crescita personale e professionale.
Ogni giorno, le attività in campo valorizzano le abilità personali, e ciascuno ha modo di esprimere le proprie competenze. Durante la stagione attuale, si raccolgono cavoli neri e altri ortaggi, che successivamente vengono trasformati in prodotti quali marmellate e salse. Questi alimenti vengono poi venduti sull’Ape, un mezzo che permette di portare il “special street food” direttamente alla comunità, favorendo l’interazione sociale.
L’inclusione lavorativa consente anche ai familiari di avere momenti di tranquillità, sapendo che i propri cari sono occupati in un ambiente stimolante e sicuro. Con l’apertura di un ristorante prevista a breve, ci sarà spazio per altri giovani, aumentando così le opportunità di lavoro e socializzazione.
Casa Ilaria non si limita a fornire un lavoro, ma offre anche un percorso di crescita personale e sociale. Il progetto della fondazione prevede attività di turismo solidale, con accoglienza specializzata per persone con autismo. Tra le iniziative ci sono percorsi di pet-therapy e ippoterapia, rendendo l’approccio terapeutico ancora più ricco e vario.
Il nome “Casa Ilaria” è un omaggio a Suor Ilaria Meoli, una missionaria che ha dedicato la propria vita al servizio degli altri in Africa. La sua eredità continua a vivere nella fondazione, che riprende la sua missione di cura e supporto. La storia di Suor Ilaria ricorda l’importanza di un approccio empatico verso le persone in difficoltà, inspirando così le attività quotidiane di Casa Ilaria.
Attraverso la creazione di un ambiente di lavoro e accoglienza, la fondazione rappresenta un esempio concreto di come sia possibile costruire risposte ai bisogni di una comunità, coltivando al contempo alimenti e relazioni umane significative.