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Cosa è la ricotta forte e perché fa impazzire tutti: “Fatta con gli scarti”

Hai mai sentito parlare della ricotta forte? Si fa con gli scarti ma è davvero irresistibile: te ne innamorerai già al primo morso.

Al Sud la ricotta non è un ingrediente come un altro, ma un vero e proprio simbolo della cultura gastronomica. In Sicilia, ad esempio, è la regina indiscussa di dolci iconici come i cannoli e la cassata, capolavori che il mondo intero ci invidia. Ma la sua versatilità non si ferma al dolce: è protagonista anche di piatti salati come le crispelle, gustose frittelle a base di ricotta che vengono fritte fino a doratura e arricchite anche con le acciughe. E poi c’è la pasta con la ricotta, un piatto semplice e irresistibile che a Catania è un’autentica istituzione.

E che dire ancora della ricotta salata spolverata generosamente sopra la pasta alla norma? Insomma, la ricotta è foriera di piatti buonissimi e dal sapore indimenticabile. Spostandosi in Puglia invece troviamo un’altra eccellenza a base di ricotta: la ricotta forte, fiore all’occhiello della tradizione regionale. Come descrive Luigi Sada nel suo libro ‘La cucina pugliese‘, la ricotta forte, chiamata anche “fortigna”, è un prodotto caseario dal sapore intenso, piccante e quasi “bruciante”. È nata come ricetta antispreco, utilizzando gli scarti della lavorazione del formaggio.

Alla scoperta della ricotta forte: come è nato un capolavoro tutto pugliese

Anticamente questa ricotta veniva lasciata inacidire in madie di legno, aggiungendo giornalmente nuova ricotta fresca, un procedimento che durava mesi e richiedeva l’aggiunta di sale per la conservazione. Alla fine del processo, si otteneva una crema dall’intenso sapore piccante che sempre secondo Sada aveva proprietà benefiche: “provoca l’appetito, reprime il vomito e uccide i vermi”.

La ricotta forte è ottima spalmata sul pane – Dispacciodelnord.it

Oggi, per rispettare le norme sanitarie, la ricotta forte viene prodotta con tecniche moderne: il siero di latte fermenta per alcuni mesi, poi viene scaldato con il latte e sottoposto a un processo di irrancidimento controllato. Il risultato è una crema spalmabile dal gusto deciso, perfetta per accompagnare pane caldo, farcire panzerotti fritti con cipolla o arricchire un piatto di orecchiette al pomodoro.

Un’usanza particolare si trova nel nord barese, a Terlizzi, dove il 2 novembre, in occasione della commemorazione dei defunti, la ricotta forte diventa ingrediente della Quartecèdde, un panino allungato farcito con tonno e acciughe. Questo piatto richiama un’antica tradizione: il panino simbolicamente purificava i vivi dai peccati, ricordando la calce usata per preservare i cadaveri dalla diffusione di malattie.

Published by
Karola Sicali