In Italia, allarme siccità: rischio Natale senza acqua in molte zone.

L’autunno porta con sé non solo le foglie che cadono e le temperature che scendono, ma anche un allarme allarmante che sconvolge l’Italia. La siccità, che già colpisce da mesi, si fa sentire improvvisamente anche in novembre. Le conseguenze si ripercuotono su agricoltura e vita quotidiana di molti cittadini, con regioni come la Puglia, la Basilicata e la Sicilia che fronteggiano situazioni di emergenza. Le temperature elevatissime e le piogge scarse stanno generando crisi idriche in queste aree, dove la disponibilità d’acqua sta raggiungendo livelli critici. Scopriamo insieme come il clima sta mettendo a dura prova queste terre e i suoi abitanti.

In Puglia, la situazione è drammatica: i livelli delle acque negli invasi artificiali mostrano un deficit allarmante, pari a 95,17 milioni di metri cubi, che equivale a una riduzione del 74% rispetto agli stessi periodi dello scorso anno. Il 57% del territorio è a forte rischio desertificazione e la campagna dell’acquedotto pugliese, “Siamo in riserva”, non è solo un richiamo a risparmiare acqua, ma una vera e propria chiamata all’azione.

È importante sottolineare come le scarse piogge e le temperature fuori norma abbiano creato una situazione decisamente più grave per la gente che vive qui. La Puglia è già nota per le sue precipitazioni inferiori rispetto al resto del paese, ma ora la situazione è diventata insostenibile. Secondo la nota della Aqp, i dati parlano chiaro: la disponibilità idrica totale è oltre il 62% al di sotto dei valori storici, e la portata media delle sorgenti irpine è in diminuzione di oltre il 12%. Le conseguenze dirette ricadono sugli agricoltori, i quali hanno perso circa la metà dei raccolti di prodotti fondamentali, come ciliegie, grano, miele e olive. Non solo l’agricoltura è colpita: la carenza d’acqua sta iniziando a farsi sentire anche nei consumi delle famiglie pugliesi.

Basilicata: una regione colpita duramente

Anche in Basilicata, la crisi idrica non fa sconti. Qui, circa 130mila cittadini stanno vivendo una situazione senza precedenti, con razionamenti d’acqua che hanno costretto gli abitanti a fare i conti con interruzioni nei fornimenti che si prolungano per ore. Addirittura, a Potenza, la gente ha manifestato in piazza per far sentire la propria voce, stremata da giorni e giorni di privazioni.

L’acqua per la Basilicata proviene principalmente dal fiume Basento e dalla diga del Camastra, entrambi in forte sofferenza a causa della siccità che ha fatto calare i livelli d’acqua e costretto le autorità a prendere decisioni difficili. La scelta di depurare l’acqua del fiume per rifornire la regione non è stata priva di polemiche e controversie. La procura di Potenza ha addirittura avviato un’inchiesta per verificare come sia stata gestita l’emergenza in atto.

Le cause di questa crisi sono riconducibili non solo alle piogge scarse, ma anche a un’infrastruttura idrica che mostra segni di inefficienza: la Basilicata presenta un tasso di dispersione dell’acqua, che si attesta al 65,5%, ben sopra la media nazionale. Questa enorme percentuale mette in evidenza quanto sia urgente risolvere il problema, per evitare ulteriori disagi nella già complicata situazione delle risorse idriche.

Sicilia: una siccità che non dà tregua

In Sicilia, la situazione viene percepita come una vera emergenza. Il 28 novembre, una protesta ha visto protagonisti il deputato del Pd Fabio Venezia e i sindaci di alcuni comuni dell’ennese, scesi in piazza per chiedere aiuto alle autorità locali. I comuni dell’entroterra sono stati i primi a subire le restrizioni, costretti a far fronte a una scarsità di acqua che penalizza la popolazione.

A Caltanisetta e nelle zone limitrofe, l’amministrazione ha già ricevuto numerosi annunci di razionamento, e le lamentele si moltiplicano da parte dei cittadini che vedono aumentare anche le tariffe per i servizi idrici. Nonostante gli sforzi delle autorità per gestire la crisi, molti comuni, anche nella provincia di Trapani e in agrigentino, sono entrati in emergenza. Risulta evidente che la stagione estiva ha lasciato cicatrici profonde, e ora le conseguenze si fanno sentire a tutti i livelli, da quello domestico a quello agricolo.

Le autorità regionali stanno cercando di correre ai ripari, invocando l’utilizzo dei dissalatori per far fronte alla situazione critica. Il numero delle istanze per la realizzazione e la sistemazione di pozzi e serbatoi è vertiginoso, e tutto ciò dimostra la disperata ricerca di soluzioni alternative a una siccità ormai cronica. Un panorama davvero preoccupante, che richiede attenzione e interventi immediati per garantire a queste regioni di affrontare il futuro con maggior serenità.

Published by
Ludovica Rossi