Sindaci in guerra per l’acqua: la diga occupata e la condotta staccata in Sicilia

I recenti eventi in Sicilia, che hanno visto i sindaci di Troina, Nicosia, Cerami e Gagliano Castelferrato occupare la diga d’Ancipa, puntano i riflettori su una crisi idrica che sta colpendo duramente la regione. La protesta è stata scatenata da una decisione controversa della Cabina di regia regionale, che ha ripristinato l’erogazione d’acqua verso la provincia di Caltanissetta, trascurando le esigenze cruciali dei comuni dell’Ennese. Questo scenario drammatico ha messo in allerta non solo i locali, ma anche i rappresentanti politici, creando un clima di tensione e preoccupazione per il futuro idrico dei cittadini.

Sul posto della diga d’Ancipa, il parlamentare regionale Sebastiano Venezia ha deciso di unirsi alla protesta, sottolineando attraverso un post su Facebook il senso di abbandono che ha colpito il territorio. Nel suo messaggio, ha ribadito la gravità della situazione, affermando che l’emergenza idrica in atto è gestita in maniera inadeguata dalle istituzioni. Venezia ha dichiarato: “Ci siamo assunti la responsabilità, mettendoci la faccia e staccando con le nostre mani le condotte.” Questo gesto simboleggia l’impegno dei sindaci nel difendere i diritti dei 26mila cittadini della zona nord della provincia di Enna, che potrebbero rimanere senza acqua.

L’occupazione dell’impianto di potabilizzazione dell’Ancipa è continuata anche nel corso delle ore, diventando un simbolo della lotta per il diritto all’acqua. Questo evento è emblematico non solo per le rivendicazioni locali ma anche per il contesto più ampio, in cui tanti cittadini si sentono abbandonati. La diga, che rappresenta uno dei principali sistemi idrici dell’isola, con una capacità enorme di 50 milioni di metri cubi, vive una situazione di grande pressione, soprattutto considerati i rincari meteorologici che hanno colpito la Sicilia.

Il dibattito politico: reazioni e dichiarazioni

Il discorso attorno alla crisi idrica ha sollevato un acceso dibattito politico tra le diverse amministrazioni coinvolte. Solo poche ore dopo l’occupazione della diga, il Comune di Caltanissetta ha comunicato che, a seguito di una lunga riunione con la Cabina di regia regionale, era stata decisa la riapertura temporanea della diga per soddisfare l’approvvigionamento idrico ai comuni di Caltanissetta e San Cataldo. Questa posizione ha infiammato ulteriormente gli animi dei sindaci dell’Ennese, che si sentono trascurati e minacciati dalla mancanza di considerazione delle loro esigenze.

Le province di Enna, Caltanissetta e Agrigento sono considerate zone calde rispetto al problema dell’acqua. L’emergenza idrica ha colpito pesantemente, tanto che le amministrazioni hanno dovuto mobilitare le autobotti comunali per garantire l’approvvigionamento. Inoltre, la Regione ha fatto richieste alla Brigata Aosta per avere servizi di autobotti militari nel tentativo di fronteggiare la situazione. La lotta, dunque, sembra diventare sempre più ardua, mentre la questione idrica rimane al centro dell’attenzione politica e sociale.

Siccità e crisi idrica: il contesto attuale

La siccità in Sicilia ha raggiunto livelli allarmanti nel 2024, rendendo questa la stagione più secca degli ultimi vent’anni. La situazione ha portato alla dichiarazione dello stato di emergenza che ha colpito circa due milioni di residenti sull’isola. La crisi idrica ha avuto impatti disastrosi, causando razionamenti idrici e accentuando le tensioni tra le province. I sindaci, oltre a protestare, hanno cercato di fornire aiuti ai cittadini afflitti dalla mancanza di acqua, ma le misure sembrano poco più che palliative.

Dall’altro lato, Siciliacque, la società che gestisce il servizio idrico, ha chiarito che “la continuità dell’acqua è garantita” ai comuni di Caltanissetta e San Cataldo. Secondo la loro comunicazione, sembra che i sindaci dei comuni ennensi non abbiano effettivamente chiuso le condotte dell’Ancipa, ma piuttosto interrotto un solo quadro elettrico. Queste affermazioni hanno generato confusione e ulteriore malcontento, poiché i cittadini continuano a preoccuparsi per il loro futuro idrico.

Il futuro della lotta per l’acqua in Sicilia

Il protrarsi della mobilitazione attorno alla diga di Ancipa non è solo una questione locale, ma si inserisce in una trama più ampia che coinvolge il futuro dell’approvvigionamento idrico in Sicilia. I sindaci, supportati da un gruppo crescente di cittadini e attivisti, rimangono determinati a garantire che le necessità idriche di 26mila abitanti non vengano trascurate. Il loro presidio continua, con la speranza che le istituzioni regionali possano finalmente ascoltare le loro voci e porre rimedio a una situazione che molti considerano insostenibile. Mentre i giorni passano e la crisi si aggrava, la pressione per una soluzione efficace cresce, rimanendo un tema cruciale per il benessere delle comunità e del territorio siciliano.

Published by
Ludovica Rossi