Sono stata nel condominio degli anziani: il futuro dell’abitare tutti insieme?

Nell’era della longevità, le residenze per anziani stanno vivendo una vera e propria metamorfosi. Non si parla più solo di assistenza, ma di un modo innovativo di affrontare la vitalità e la compagnia, cercando di combattere quella solitudine che spesso attanaglia chi entra nella terza età. A Roma, una particolare struttura si distingue per il suo approccio: un condominio che ospita persone non molto anziane, riunendo singole realtà in un contesto di libertà. Qui le vite si intrecciano e si ritrova un senso di comunità, trasformando il concetto di invecchiamento attivo. Attraverso storie di amicizia, nuove scelte abitative e attività ricreative, scopriamo come i senior stiano ridefinendo i loro spazi, sia fisici che emotivi.

Negli ultimi anni, il termine “Senior housing” ha iniziato a consolidarsi, rappresentando nuove forme di residenzialità per gli anziani. Non si parla più solo di case di riposo, ma di veri e propri condomini, spazi condivisi dove le persone possono vivere consapevolmente e serenamente, cercando di affrontare le sfide della solitudine. In particolare, a Roma, nel quartiere Laurentina, esiste un condominio di 52 mini appartamenti e spazi comuni dove gli over 65 possono partecipare a varie attività collettive, dal karaoke a laboratori di pittura. Questo modello di vita si distacca dalla tradizionale casa di riposo, che spesso evoca immagini di tristezza, proponendo invece un ambiente vitale e stimolante.

“Vecchi a chi?” recita un cartellone che accoglie gli ospiti all’ingresso di questa residenza. È evidente che l’obiettivo qui non è solo quello di fornire assistenza, ma di promuovere una vita attiva e coinvolgente. La direttrice del gruppo “Over”, Emanuela Dainotti, sottolinea come la scelta di vivere in queste strutture non derivi solo da una necessità di supporto, ma da una consapevolezza sempre più forte della voglia di ritrovarsi in compagnia di altri. “È un cambiamento culturale importante; gli anziani ora cercano attivamente interazioni, socialità e costruzione di legami significativi,” opponendosi così alla percezione della senilità come un periodo di isolamento.

Un luogo di incontri inaspettati: la storia di Sebastiano e Luisa

Nel cuore di questa residenza, si intrecciano le storie di molti inquilini. Sebastiano, un uomo di ottant’anni con una personalità forte e a tratti rigida, ha trovato qui qualcosa di inaspettato: il supporto e la compagnia di Luisa, un’84enne ex avvocatessa. Prima di arrivare, Sebastiano era un lupo solitario, totalmente assorbito dalla routine di casa. Adesso, lui racconta con un sorriso come la vita nella residenza lo abbia trasformato. Incontrare Luisa ha significato riaprire il suo mondo a relazioni nuove e significative.

“Con lei esco tutti i giorni per fare una passeggiata,” spiega Sebastiano, mentre gli occhi gli brillano di un affetto sincero ma non etichettato. Sebastiano e Luisa sono diventati amici intimi già a questa età, qualcosa che, seppur non categoricamente definito “amore”, rappresenta una complicità rara. “Non ci siamo mai baciati,” ammette Sebastiano, “ma questa amicizia mi dà sicurezza.” Le loro giornate si intrecciano con battute affettuose e momenti di condivisione. A volte si siedono assieme nella hall a guardare i giornali, oppure si uniscono alle attività di gruppo, rendendo la vita nella residenza un’esperienza vivace e coinvolgente.

Attività quotidiane: un ricco panorama di opzioni e divertimento

Dallo spazio comune, il fragore di risate e note di karaoke riempie l’aria, mentre gli inquilini si sfidano a indovinare il titolo delle canzoni. Mario Victor, un 93enne con una carriera passata nelle banche e tanti ricordi da raccontare, racconta quanto dal suo arrivo si sia sentito ringiovanito. La vita nella residenza offre opportunità quotidiane di apprendimento e socializzazione. Ogni mattina vengono distribuiti fogli con il programma delle attività: laboratori creativi, giochi di società e momenti ludici che fanno sentire tutti parte di qualcosa di più grande.

“Quasi tutte le giornate sono belle,” confida Mario, rivelando come il tempo trascorso qui sia ricco di sorprese e di nuove scoperte. Anche i pranzi in compagnia, che si fanno occasionalmente in un ristorante sulla spiaggia, diventano occasioni di incontro e freschezza, dove, in un’atmosfera di convivialità, si condividono piatti e risate. Vivere qui, all’interno di una comunità così attiva, ha reso Mario più felice e lo ha spinto a esplorare passioni sopite, come la pittura. La vita quotidiana appare dunque colma di opportunità, una vera e propria avventura in un momento della vita che molti considerano ‘declino’.

Cinzia: una scelta coraggiosa in cerca di sicurezza e autonomia

Al sesto piano, trova spazio la storia di Cinzia, che ha deciso di trasferirsi qui all’età di 69 anni, accompagnata dal suo adorato cagnolino. Con un passato professionale di alto profilo alle spalle, Cinzia ha compreso l’importanza di pianificare il futuro. “Non potevo aspettare un’emergenza per mettere in ordine la mia vita,” racconta, mentre mostra con orgoglio i suoi quadri affissi alle pareti. Ha venduto il suo appartamento, un enorme spazio di 140 metri quadri, per la sicurezza e la serenità che questa residenza può offrire.

La sua scelta rappresenta una visione pragmatica: nonostante l’autonomia che aveva ancora nella vita quotidiana, desiderava un luogo dove poter ricevere aiuto in caso di necessità. “Se mi viene la sciatica, chi va a portarmi a fare la spesa?” domanda. Con questa riflessione, Cinzia evidenzia un aspetto cruciale: il bisogno di supporto pratico diventa ancor più significativo con l’età. La sua esperienza mette in evidenza come la ricerca di comunità e compagnia non sia solo un capriccio, ma una necessità condivisa.

Co-housing: nuove opportunità di convivenza per un futuro migliore

Recentemente, il concetto di co-housing sta guadagnando terreno come una risposta sostenibile al fenomeno dell’invecchiamento in solitudine. Cinzia, infatti, aveva cercato soluzioni di co-abitazione, ma non era facile trovarle nel Lazio. “Questi sistemi potrebbero rappresentare una vera giusta alternativa,” aggiunge, sottolineando come la diversificazione delle residenze per anziani sarebbe essenziale per migliorare la qualità della vita.

Secondo la direttrice Dainotti, una rete variegata di residenze ha il potenziale di rispondere a esigenze diverse. La struttura di Laurentina, pur offrendo un’ottima proposta abitativa, resta privata e con costi elevati rispetto ai servizi pubblici. Eppure, c’è ancora molto da fare per garantire che i più fragili siano supportati, senza lasciare indietro le persone che, pur non avendo esigenze particolari, vivono isolate e dimenticate. Nella vastità delle sfide che l’invecchiamento comporta, è chiaro che soluzioni innovative come il co-housing possano giocare un ruolo fondamentale per un futuro dove l’anziano non è relegato a un angolo, ma vive pienamente e attivamente nel cuore della comunità.

Published by
Ludovica Rossi