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Stangata per gli italiani: arriva la tassazione sulla tredicesima, prenderai molto meno

Stangata per gli italiani: pra ti tassano anche sulla tredicesima, un duro colpo che di certo non piacerà. I dettagli, cosa sapere.

La tredicesima mensilità è una tradizione consolidata in Italia, rappresentando un’importante fonte di reddito per molti lavoratori dipendenti e pensionati, soprattutto in vista delle festività natalizie. Tuttavia, la tassazione che colpisce questa gratifica natalizia è spesso fonte di malintesi e preoccupazione. Per il 2024, la situazione si presenta non solo complessa, ma anche penalizzante, poiché molti italiani si ritroveranno a ricevere un importo netto inferiore rispetto alle aspettative.

La tredicesima mensilità, conosciuta anche come gratifica natalizia, è una somma aggiuntiva di stipendio che i lavoratori ricevono di norma a dicembre. Non si tratta di un bonus, ma di una parte dello stipendio che viene accumulata durante l’anno, calcolata in base ai mesi lavorati. La sua erogazione avviene secondo quanto stabilito dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), che disciplinano le modalità di calcolo e pagamento.

La tredicesima viene attesa con ansia da milioni di italiani, poiché rappresenta un valido aiuto per le spese natalizie. Tuttavia, è importante notare che l’importo della tredicesima non corrisponde mai esattamente a quello di un mese di stipendio, poiché è soggetto a tassazione.

Come funziona la tassazione della tredicesima?

La tassazione sulla tredicesima mensilità è regolata dalle stesse normative fiscali che si applicano agli stipendi. In particolare, è soggetta all’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) e ai contributi previdenziali.

Come funziona la tassazione sulla tredicesima? – dispacciodelnord.it

La particolarità della tassazione sulla tredicesima risiede nel fatto che non si applicano alcune detrazioni e agevolazioni normalmente previste per i redditi mensili.

Aliquote IRPEF:

Per il 2024, le aliquote IRPEF sono le seguenti:

  • 23% per redditi fino a 15.000 euro
  • 27% per redditi tra 15.001 e 28.000 euro
  • 38% per redditi tra 28.001 e 50.000 euro
  • 43% per redditi oltre 50.000 euro

Per calcolare le tasse sulla tredicesima, è fondamentale individuare l’aliquota IRPEF applicabile al proprio scaglione di reddito. Questo richiede di conoscere l’ammontare dell’assegno lordo annuo, che può essere facilmente determinato moltiplicando il salario mensile per 13.

Contributi previdenziali

Oltre all’IRPEF, sulla tredicesima si applicano i contributi previdenziali. Nel settore privato, l’aliquota a carico del lavoratore è generalmente fissata attorno al 9,19% dello stipendio lordo, mentre nel settore pubblico si attesta intorno all’8,80%. Questi contributi sono necessari per garantire la copertura previdenziale e assistenziale dei lavoratori.

Esempio di calcolo della tredicesima netta

Per comprendere meglio come funziona la tassazione sulla tredicesima, consideriamo un esempio pratico. Immaginiamo un lavoratore con un reddito annuo lordo di 24.000 euro. In questo caso, la tredicesima lorda corrisponde a una mensilità di stipendio, quindi 2.000 euro.

Supponiamo che il reddito annuo di 24.000 euro ricada nella fascia di tassazione del 27%. Le imposte IRPEF sulla tredicesima saranno quindi:

  • IRPEF = 27% di 2.000 euro = 540 euro

A questo importo si devono aggiungere i contributi previdenziali:

  • Contributi = 9,19% di 2.000 euro = 183,80 euro

Pertanto, l’importo netto della tredicesima sarà:

  • Tredicesima netta = 2.000 euro – 540 euro – 183,80 euro = 1.276,20 euro

Come si può vedere, l’importo netto ricevuto è significativamente inferiore rispetto alla cifra lorda, evidenziando come la tassazione e i contributi possano ridurre notevolmente il reddito disponibile.

Detrazioni e agevolazioni

Un ulteriore fattore che contribuisce a ridurre l’importo netto della tredicesima è l’assenza di detrazioni fiscali. A differenza degli stipendi mensili, sulla tredicesima non si applicano le detrazioni per lavoro dipendente né quelle per i familiari a carico, con conseguente aumento dell’impatto fiscale complessivo. Questo significa che le trattenute IRPEF sono calcolate sul totale lordo senza alcuna mitigazione, portando a un importo netto inferiore rispetto a quanto ci si aspetterebbe.

Per i contribuenti con un reddito imponibile inferiore a 8.174 euro (8.500 euro per i pensionati), esiste la cosiddetta “no tax area”, che esenta dalla tassazione sulla tredicesima. Tuttavia, questo è un caso limitato e non rappresenta la maggioranza dei lavoratori.

Novità per il 2024: il bonus Natale

Nel 2024, il governo Meloni ha introdotto una misura straordinaria, il cosiddetto “bonus Natale”, per cercare di alleviare l’impatto della tassazione sulla tredicesima. Questo bonus è destinato alle famiglie monoreddito con un reddito da lavoro dipendente non superiore a 28.000 euro annui. Per accedervi, è necessario che il nucleo familiare abbia almeno un figlio fiscalmente a carico.

Il bonus ammonta a 100 euro netti e viene erogato insieme alla tredicesima, fungendo da supporto economico per le famiglie durante il periodo natalizio. Sebbene questo bonus rappresenti un aiuto simbolico, non compensa del tutto la riduzione dell’importo netto della tredicesima a causa della tassazione.

In un contesto di crescente inflazione e costi della vita, la tassazione sulla tredicesima rappresenta una “stangata” per molti italiani, che si preparano a ricevere un importo netto molto inferiore rispetto a quanto sperato. La questione rimane centrale nel dibattito politico ed economico, con richieste di riforme per alleviare il carico fiscale sui lavoratori e garantire una maggiore equità nella distribuzione del reddito.

Published by
Ilaria Broglio