È un momento di preoccupazione in California, dove l’allerta per l’influenza aviaria si intensifica. Dopo la segnalazione di un contagio in un bambino e l’isolamento del virus H5N1 in un lotto di latte non pastorizzato di un’azienda ben nota, la Raw Farm, le autorità locali hanno attivato misure di precauzione. Le informazioni aggiornate su questo argomento sono diventate imperdibili per chiunque voglia rimanere al passo con le ultime notizie in ambito sanitario e alimentare.
Il recente rinvenimento del virus dell’influenza aviaria in un lotto di latte crudo ha scatenato un campanello d’allarme. Il dipartimento della salute pubblica californiano ha immediatamente ordinato il ritiro dal mercato dei prodotti contaminati, spiegando che il latte non pastorizzato, purtroppo, può veicolare una miriade di germi e batteri. Fino a ora non si sono registrati casi di trasmissione virale da uomo a uomo. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione, soprattutto per chi maneggia il latte crudo, che è considerato un alimento ad alto rischio in questa situazione.
Il virus H5N1, come spiegato dai professionisti della salute, è noto per la sua elevata infettività e il consiglio è di non toccarsi gli occhi, il naso o la bocca dopo aver manipolato latte potenzialmente contaminato. La California già in passato ha affrontato crisi legate all’aviaria, con numerosi focolai segnalati negli allevamenti di bovini e anche casi tra persone. Dal punto di vista della salute pubblica, la materia è seria e merita massima attenzione.
La Raw Farm, non è un’azienda qualunque: molti personaggi celebri, tra cui l’attrice Gwyneth Paltrow, hanno scelto di utilizzare i suoi prodotti. Inoltre, il futuro ministro statunitense della Salute, Robert F. Kennedy, ha pubblicamente affermato su più occasioni di essere un accanito sostenitore dei benefici del latte crudo. Ciò ha sollevato ulteriori interrogativi e polemiche sull’opportunità di consumare latte non pastorizzato, soprattutto in un contesto di emergenza sanitaria.
Rischi per la salute: le parole degli esperti
Matteo Bassetti, uno dei massimi esperti italiani nel campo delle malattie infettive, ha lanciato un chiaro avviso su questa emergenza. Secondo lui, è inconcepibile vendere o consumare latte crudo negli Stati Uniti, soprattutto alla luce della proliferazione dell’aviaria. Ha indicato la necessità di una pastorizzazione obbligatoria, un processo consolidato da secoli che aiuta a ridurre i rischi di infezioni sia batteriche che virali. Per i bambini, il rischio è ancor più elevato, poiché il loro sistema immunitario è meno robusto rispetto a quello degli adulti.
Bassetti ha espresso speranza che ciò che è accaduto possa fungere da campanello d’allarme per tutti, in particolare in un periodo in cui l’aviaria sembra avvicinarsi sempre più all’essere umano. Le mucche, animali da cui derivano i prodotti lattiero-caseari, rappresentano un legame diretto tra l’uomo e il contagio. Rimanere a conoscenza di queste dinamiche è quindi fondamentale, e la diffusione di inquietudine o negazione non porta certo a soluzioni sagge.
L’italia sotto la lente d’ingrandimento: esperti rassicurano
Dal canto suo, l’Italia sembra al momento fuori pericolo, dato che non sono stati riportati casi di infezione da H5N1 nei bovini. Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali , ha sottolineato l’importanza di mantenere alta la guardia sull’eventuale diffusione del virus. Ciò non deve tuttavia generare eccessivo allarmismo. Il sistema di controlli veterinari in Italia si configura come uno dei più solidi a livello mondiale, ed include istituti zooprofilattici di grande rilevanza.
Andreoni ha tuttavia ribadito la fondamentale importanza della pastorizzazione come misura di prevenzione il virus e i batteri. Sebbene il “spillover“, ovvero il salto di specie del virus dagli uccelli ai mammiferi, possa creare preoccupazione e discussione, è essenziale esaminare i dati e fare un’analisi accurata delle circostanze prima di trarre conclusioni affrettate. La situazione americana funge da monito e offre spunti di riflessione sulle misure da adottare anche sul territorio europeo.
I professionisti della salute invitano a un monitoraggio costante e a mantenere la vigilanza aprendo alle corrette prassi igieniche e comportamentali, senza lasciarsi prendere dal panico ma affrontando con serietà e responsabilità il tema dell’aviaria.